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Luigi de Vecchi Chairman of Europe, Middle East and Africa di Citibank
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La finanza ha un ruolo nella transizione ecologica

Luigi de Vecchi in supporto di Puglia: presiede la Fondazione Sylva per rispondere al degrado ambientale a cui, nel Salento, ha contribuito l’epidemia causata dalla xylella fastidiosa

Nel campo della finanza internazionale, investitori, banche e imprese sono attenti agli obiettivi di sostenibilità di medio e lungo periodo: «A seguito di una mutata coscienza nella opinione pubblica, da un paio di anni a questa parte i temi di ESG – Environmental, Social, Governance sono diventati un parametro per la finanza. La politica, i regolatori in tutti i principali settori e i diversi operatori finanziari si stanno rapidamente attrezzando al nuovo mondo». Il mercato degli investimenti verdi è esploso, includendo al suo interno la gestione di portafogli e dinamiche operative capaci di diffondere pratiche e consapevolezza in linea con le nuove logiche Esg. 

Lampoon intervista Luigi de Vecchi

«Si calcola che entro il 2050 circa 150 triliardi di dollari saranno investiti in tutti i settori per favorire la transizione ecologica. Non tutto sarà nuova crescita perché molti settori diventeranno obsoleti. Ciò non toglie che stiamo parlando di una rivoluzione epocale», racconta Luigi de Vecchi, che ha girato tre continenti e guidato le banche d’affari di Credit Suisse e Goldman Sachs e oggi è Chairman per Europa, Medio Oriente e Africa di Citibank e nell’advisory board di Ambienta e della Luiss. «Urge una nuova responsabilità mirata a individuare tempi e modi di attuazione di tale rivoluzione sostenibile. Non dimentichiamo infatti che i costi sociali di una tale rivoluzione potrebbero essere elevati se non calcolati e gestiti». 

La finanza sostenibile europea ha continuato a correre quest’anno, malgrado le incertezze legate allo scenario geopolitico, e rappresenta uno strumento di incentivazione per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. «L’Italia può contare su eccellenze tanto a livello di aziende globali – pensiamo all’Enel che ha intuito prima di altri l’avvento di un nuovo mondo – quanto a livello di start up, penso a Treedom, leader nel settore con oltre tre milioni di alberi piantati in tutto il mondo». La transizione verso una società a impatto zero deve avvenire infatti con modalità controllate e graduali, riducendo disuguaglianze sociali e territoriali e «Il PNRR si inquadra in questa cornice più verde e potrebbe permettere all’Italia di essere uno degli attori principali nella promozione di una agenda attenta alla crescita sostenibile». 

Fondazione Sylva, Salento 

Luigi de Vecchi ha lavorato e vissuto in tutto il mondo, ma è in Puglia che ha fondato e presiede la Fondazione Sylva, nata per rispondere al degrado ambientale a cui, nel Salento, ha contribuito l’epidemia causata dalla xylella fastidiosa. Nel 2013 il batterio sterminò con la sua contagiosità gran parte del patrimonio di ulivi secolari della regione: «La fondazione nasce con un’esigenza, a valle di un disastro ecologico che è avvenuto e sta avvenendo in Salento. Con un comitato tecnico composto da esperti agronomi e forestali abbiamo compreso che la monocoltura di olivi è stato uno dei fattori che hanno aggravato la diffusione del batterio. Così, in questo paesaggio straordinario che era un paradiso, si è consumato un dramma». L’olivo è una specie sempreverde con un’attività vegetativa continua, rallentata solo in determinati periodi dell’anno e rappresenta per il Paese un’altra eccellenza del Made in Italy. 

La Fondazione Sylva

La Fondazione Sylva promuove il rimboschimento di aree non utilizzate, a volte distrutte proprio dalla xylella: «Abbiamo voluto provare a ripristinare nella regione la biodiversità. Prendiamo in gestione dei terreni con contratti di comodato d’uso e ci occupiamo di piantare alberi per i successivi cinque anni, al termine dei quali li restituiamo al pubblico dopo aver creato un tessuto sociale in grado di gestire queste foreste. Piantiamo macchia mediterranea: querce, carrubi, pini e arbusti, perché la biodiversità costituisce una ricchezza per l’ecosistema e una difesa rispetto ad agenti esterni». Affinché la piantumazione di alberi sia efficace occorre rivolgere cura e attenzione ai tempi di crescita e sviluppo richiesti dalle specie arboree. 

«Il privato e il pubblico devono seguire la stessa direzione, che si diano la mano per raggiungere determinati obiettivi», prosegue Luigi de Vecchi: «piantare alberi serve ridurre e mitigare il cambiamento climatico che viviamo. Tanto il G20 presieduto da Mario Draghi quanto il PNRR hanno sottolineato l’importanza della forestazione per la mitigazione del cambiamento climatico. In tale contesto, non mi stupirebbe se la politica iniziasse a considerare dei veri e propri incentivi per la piantagione di alberi. Oltre che nelle nostre città, infatti, la forestazione assume un ruolo fondamentale anche in aree del sud Italia a rischio di desertificazione, e di conseguenti dissesti idrologici. Fondazione Sylva ha iniziato ad operare in Salento ma sta espandendo i propri progetti in tutta la penisola, con l’idea di stimolare e contribuire alla riforestazione». 

Per fare l’albero ci vuole il seme

Alberi e arbusti di specie appartenenti alla flora locale – lecci, corbezzoli, mirti, lentischi – consentono la rinascita del territorio, offrono la possibilità di promuovere la diversità agro-ecologica e soprattutto di riavvicinare i cittadini alla terra in cui vivono. «Il nostro impegno è rivolto anche a sensibilizzare il territorio sull’importanza degli alberi e di un nuovo rapporto con la natura. Basti pensare che nelle nostre scuole abbiamo la possibilità di conoscere tutto sulla storia dell’uomo, ma quasi niente sul ruolo fondamentale delle piante per il nostro ecosistema. Con le ultime generazioni c’è stato un graduale distacco dalla natura, e lì dove piantiamo gli alberi, coinvolgiamo le scuole, portiamo i bambini a piantare gli alberi con noi, e con il progetto formativo Amico Albero raccontiamo loro le tante cose che il mondo delle piante – a noi in gran parte sconosciuto – ci garantisce». Progetti formativi con autori e divulgatori scientifici come Alessandra Viola consentono di condividere con i docenti delle scuole attività per gli studenti nelle scuole.

La sostenibilità e l’arte

L’arte contribuisce a dar voce al progetto di Fondazione Sylva: «In appena un anno e mezzo dalla nostra nascita, abbiamo già lavorato con artisti e fotografi per documentare la trasformazione del paesaggio. Quest’anno abbiamo collaborato con Edward Burtynsky, fotografo e artista canadese, che sta documentando con i suoi scatti il disastro ambientale e la perdita di milioni di alberi d’ulivo. Con Francesco Bosso è in corso il progetto ALIVE per rappresentare i palcoscenici degli ulivi di Puglia: quelli maestosi del nord, e quelli secchi del Salento, distrutti irreversibilmente dalla Xylella Più recentemente abbiamo prodotto un video combinando un brano inedito di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro con l’Accademia della Scala e la partecipazione di Nicoletta Manni, prima ballerina della Scala. Tutte eccellenze salentine che, colpite al cuore dal lutto generato dalla Xylella sui loro ulivi, vogliono contribuire alla rinascita del loro territorio».

Luigi de Vecchi

Chairman of Europe, Middle East and Africa di Citibank. È Professore di Finanza e membro dell’Advisory Board della LUISS Università di Roma ed è Presidente e fondatore di Fondazione Sylva ed è tra l’altro investitore in startup innovative quali ad esempio Roboze e Satispay e Treedom.

Elisa Russo

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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