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Nel quartiere Corvetto Clinica Botanica dona nuova linfa alle piante

Piante autoctone destinate allo smaltimento recuperate e rigenerate fino a quando non trovano un nuovo spazio in città. Intervista ad Andrea Sebastiano Sarli, fondatore di Clinica Botanica

Lampoon intervista Andrea Sebastiano Sarli, fondatore di Clinica Botanica

«L’idea di Clinica Botanica è nata nel settembre del 2020, durante una vendemmia in un’azienda biodinamica della Valpolicella. Lavorando come giardiniere mi sono reso conto di quanto il mondo del giardinaggio fosse malsano. Sul cibo siamo più consapevoli – il biologico, il biodinamico e la stagionalità – ma non abbiamo ancora una cultura adeguata sulle piante», racconta Andrea Sebastiano Sarli, fondatore di Clinica Botanica

Clinica Botanica promuove la filiera corta e le piante locali, spontanee, autoctone (specie di piante che si sono originate ed evolute in un territorio senza l’intervento dell’uomo) e alloctone naturalizzate non invasive o spontanee (specie di piante che si sono adattate in un territorio diverso da quello da cui provengono non danneggiando la flora già esistente) adatte al nostro clima e di facile manutenzione, con l’obiettivo di mantenere la biodiversità italiana.

Sostenibilità e biodiversità nel mondo delle piante

«Molte piante provengono ancora da agricolture non sostenibili, con delle filiere lunghe. C’è una differenza tra piante da selezione botanica o piante spontanee da locus classicus. Per esempio la lavanda che andiamo ad acquistare molto spesso non è la stessa che cresce sulle montagne della Liguria, ma sono selezioni botaniche – un po’ come succede con gli ortaggi. Sono tutte selezioni che ha fatto l’uomo che va a scegliere le piante più per delle caratteristiche estetiche o funzionali a discapito di resistenza agli attacchi parassitari, malattie o longevità».

Il risultato di questo sistema è che abbiamo sul mercato piante da selezione botanica o alloctone, provenienti da altri paesi non adatte al nostro clima o adatte ma che non si riproducono, andando a discapito così della biodiversità italiana, che rischia di perdersi. «Altro fattore di non sostenibilità è l’enorme spreco, le piante sostituite vengono buttate perché non più vendibili. In questo senso, nel nostro hub a Corvetto ci impegniamo a recuperare, rigenerare e restituire su raggio urbano piante spontanee, autoctone e alloctone naturalizzate non invasive», sottolinea Sarli.

Il giardinaggio: questione etica

«Il giardinaggio etico è trasmettere dei valori. Noi lavoriamo soprattutto sulle piante in vaso che sono piante con un equilibrio estremamente delicato, perché per loro è una condizione di crescita totalmente diverso rispetto alla terra che è il loro habitat naturale, quindi con degli equilibri differenti». Clinica Botanica non utilizza antiparassitari che potrebbero danneggiare la vita e gli equilibri naturali della pianta in fioritura e il no waste, trasformando i rifiuti verdi come sfalci ed erbacce in humus e cippato (legno), utili per il riutilizzo nella manutenzione delle piante.

«Giardinaggio etico significa anche non mettere in vasi di piccoli e medie dimensioni tante piante per avere un pronto effetto che poi vanno al collasso. In natura c’è un equilibrio. Sono contro le monocolture: con l’industrializzazione dell’agricoltura stiamo rovinando proprio quegli equilibri che esistono tra piante, insetti e animali. Sono invece favorevole alla agroforestazione, con colture miste, in cui più piante insieme collaborano tra di loro, creando una stabilità».

Piante in circolo per una cultura green solidale

«Il mondo delle piante è fondamentale per l’uomo e meriterebbe di essere conosciuto di più. Spesso compriamo senza consapevolezza: nel caso delle piante pensiamo che si possano adattare a noi invece è proprio il contrario. Dobbiamo scegliere le piante in funzione di quello che noi possiamo darle, dovremmo vederle come se fossero degli animali domestici».

Clinica Botanica: progettazione e una community green

In questi primi tre mesi di attività Clinica Botanica è cresciuta: sta prendendo forma un vivaio in campagna a San Colombano al Lambro e una flower farm. «Oltre all’hub attuale sarebbe bello crearne un altro su Milano per dare più punti di ritiro e un e-commerce per le piante autoctone per poterle rendere disponibili a tutta Italia (le piante autoctone che utilizziamo sono tutte prodotte in Italia, possibilmente in Lombardia, nel raggio di 40-50 km da Milano), ma non sulle piante rigenerate perché vogliamo tenerle in città per la città, a dimensione urbana, per la riforestazione e piantumazione. Noi viviamo nella Pianura Padana che è l’area più inquinata d’Europa, poter riforestare con piante recuperate o autoctone per promuovere la biodiversità e fare dei programmi a cui possano aderire le aziende sarebbe molto interessante».

La condivisione degli stessi ideali di eticità green, ha preso forma con collaborazioni e progetti insieme ad associazioni, artisti e designer emergenti. L’obiettivo è quello di diffondere il ‘verbo verde’ e creare una community, condividendo gli spazi e interagendo con contenuti culturali differenti per riconnettersi con la natura. «Siamo reduci dalla Design Week in cui siamo stati coinvolti per alcuni progetti e in cui abbiamo recuperato centinaia di piante. Collaboriamo per progettare spazi verdi e installazioni. Dobbiamo diffondere le nostre filosofie di eticità e creare una community: con Il Miglio delle Farfalle, per esempio, stiamo creando un miglio di piante mellifere per il supporto degli insetti».

Clinica Botanica

A gennaio 2022 Clinica Botanica è stata selezionata tra sette start-up sostenibili all’interno del bando di ENI Joule – Scuola per l’Impresa, con un programma studiato insieme a LVenture Group. L’hub, nato a fine marzo 2022, trova spazio nel cortile di DOPO? – uno spazio di co-working creato da un gruppo di giovani architetti e designer, vincitori del bando per la riqualificazione di un ex stabilimento industriale – nel quartiere Corvetto di Milano. Qui vengono depositate piante recuperate nella città metropolitana di Milano e una selezione di piante autoctone, disponibili alla vendita diretta e alla progettazione di spazi verdi. Clinica Botanica sono Andrea Sebastiano Sarli, Federica Polet (comunicazione ed eventi) e Nico Nardini (giardiniere e commerciale).

Mattia Noseda

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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