Cannabis sativa in campo medico
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L’uso della canapa in campo medico: dermatologia, gastroenterologia e cardiologia

Olio e farina di canapa sono i componenti principali delle soluzioni terapeutiche di Freia Farmaceutici. Interviene l’AD Alessandro Cavalieri – «Esortiamo gli agricoltori a coltivare la canapa»

Cannabis sativa in campo medico

La giunta regionale della Lombardia ha di recente discusso riguardo all’adeguamento normativo della cannabis sativa in campo medico. Approvata all’unanimità nel 2018, una mozione del partito Più Europa-Radicali chiedeva la formazione costante dei medici, la raccolta di dati sul numero di pazienti e sulla quantità di farmaci utilizzati e l’istituzione di un tavolo di approfondimento tecnico scientifico. «Non si tratta solo di un diritto dei pazienti ma anche dello sviluppo economico di questo Paese», ha precisato il medico e consigliere regionale Michele Usuelli, primo firmatario della mozione, che ha dichiarato di aver ricevuto «piani di investimento da tre a venti milioni di euro da diverse aziende pronte ad avviare una produzione». Secondo le stime di Coldiretti, la coltivazione di cannabis terapeutica da parte di privati in Italia porterebbe un reddito di 1,4 miliardi di euro. Nonostante secondo la INCB (International Narcotic Board) il fabbisogno di cannabis terapeutica in Italia si attesti attorno ai duemila chilogrammi all’anno, nel 2019 ne sono stati acquistati meno di novecentocinquanta.

PMI Freia Farmaceutici

Tra le poche aziende italiane che hanno deciso di impegnare la propria produzione nel settore della cannabis terapeutica investendo nella ricerca, c’è la PMI Freia Farmaceutici, fondata nel 2009 da Alessandro Guido Cavalieri Manasse e Marco Santini, adesso rispettivamente Amministratore Delegato e Chief Financial Officer. «Siamo stati i primi in Italia a ricevere l’autorizzazione dal Ministero della Salute», racconta Cavalieri. «La nostra attività si concentra su tre pilastri: l’attività di ricerca agronomica; lo studio dei processi estrattivi, relativi a lavorazione e trasformazione delle sementi; l’impiego dei derivati della pianta in ambito terapeutico». Freia Farmaceutici utilizza la varietà di cannabis sativa. «Fino a tre anni fa compravamo esclusivamente sementi dalla Francia, successivamente abbiamo deciso di affidarci a coltivatori italiani, nella zona del Pavese e del Veneziano». Il processo di coltivazione segue un disciplinare aziendale che regola la produzione e il processo agronomico. La cannabis elimina i metalli pesanti fino a quattro metri di profondità, riduce CO2 e per crescere non richiede né fertilizzanti né pesticidi.

I residui della pianta di canapa

«Gli estratti che ricaviamo dalla pianta sono olio e farina. Stiamo sviluppando anche dei progetti pilota relativi all’utilizzo della fibra di canapa per realizzare filati adatti a esigenze mediche», aggiunge Cavalieri. Il residuo non utilizzato della pianta, al momento, è distrutto in campo. «Data l’assenza di una filiera integrata, mancano le condizioni per trasformarlo, servirebbero impianti di distillazione e di lavorazione dello stelo», chiarisce l’Amministratore Delegato. L’impiego dei derivati di cannabis sativa da parte di Freia Farmaceutici si declina in più aree terapeutiche. «Siamo attivi nello sviluppo di soluzioni per affezioni della pelle caratterizzate da un processo infiammatorio più o meno cronico, come eritemi, dermatiti, cicatrici, psoriasi», spiega Alessandro Cavalieri. «L’olio di canapa è ricco di acidi grassi polinsaturi, che svolgono un processo di modulazione di stati infiammatori». Tra i prodotti dermatologici a base di cannabis sativa figurano una crema lenitiva, una crema rigenerante, una soluzione a ph neutro e un integratore alimentare. «I prodotti dermatologici sono impiegati perlopiù da pazienti oncologici, in quanto garantiscono accompagnamento durante il trattamento radio-terapico e in seguito a interventi chirurgici». Tutti i prodotti sono privi di Ogm, glutine e lattosio oltre che di THC e CBD.

Soluzioni terapeutiche a base di cannabis

Oltre all’area dermatologica, Freia Farmaceutici ha sviluppato soluzioni terapeutiche a base di cannabis per le dismetabolie, ovvero sindromi carenziali causate dall’apporto inadeguato (o dal malassorbimento) dei macronutrienti, disordini delle lipoproteine o del metabolismo dei carboidrati. «Un altro prodotto che ottiene riscontri positivi è ‘Alfalife’, integratore alimentare di acido alfa-linolenico, acido grasso essenziale che l’organismo umano non può sintetizzare, indispensabile per le funzioni dell’apparato cardiovascolare». L’olio vegetale contenuto all’interno delle capsule Alfalife è estratto dai semi di una tipologia di canapa sativa. L’immuno-allergologia è l’altro filone terapeutico nel quale ‘Freia Farmaceutici’ è impegnata. L’attenzione è rivolta a dermatite atopica, asma allergico, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico. «Abbiamo sviluppato e testato un prodotto per la dermatite atopica pediatrica, che si affianca alla crema lenitiva, la crema barriera e il bagno oleato», aggiunge Cavalieri. Con l’avvento della pandemia da Covid-19, l’azienda ha aggiunto una nuova linea di prodotti. «Abbiamo voluto individuare nuove soluzioni a basso impatto economico. È stata dimostrata l’efficacia della canapa contro gli agenti patogeni, quindi abbiamo sviluppato dei gel igienizzanti a base di canapa e oli essenziali»

La ricerca Freia Farmaceutici

L’azienda è impegnata nella ricerca, per incrementare la conoscenza nelle aree terapeutiche consolidate, individuando soluzioni terapeutiche che migliorino le condizioni di vita dei pazienti. «Le attività di ricerca sono effettuate attraverso collaborazioni con uno staff di medici specialisti», spiega Alessandro Cavalieri. «L’impegno è legato allo sviluppo di soluzioni terapeutiche per patologie quali il morbo di Alzheimer, la sindrome ADHD e la sclerosi multipla». Già un articolo del 2017, pubblicato nella rivista European Neuropsychopharmacology aveva descritto uno studio pilota sperimentale che mostrava come l’uso di cannabis si associasse a miglioramenti di iperattività ed impulsività e ad una tendenza verso il miglioramento dell’attenzione di adulti affetti da ADHD. «Per le dismetabolie attualmente gli sforzi della nostra ricerca si stanno concentrando sul trattamento dell’obesità, la steatosi epatica non alcolica e le malattie renali croniche. In ambito dermatologico, l’attività di ricerca è focalizzata sullo sviluppo di nuove soluzioni in ambito allergologico e oncologico». È in fase di autorizzazione un biocida cutaneo in forma di crema mani. «Abbiamo sviluppato ed è stata autorizzata una intera linea ginecologica. Stiamo incrementando forme di supplemento di elementi essenziali come terapie di supporto al neonato pretermine», prosegue Cavalieri. In ambito gastroenterologico, sta rendendo disponibili nuove soluzioni terapeutiche per alcune patologie gastroenterologiche, «in particolare per la colite ulcerosa, la malattia di Crohn, la cachessia e la celiachia». Cavalieri sta conducendo studi clinici relativi a una linea di prodotti alimentari iperproteici, con indicazione di utilizzo nei pazienti oncologici o anziani che soffrono di malnutrizione. «In. Fase di sviluppo un’app che ha lo scopo di raccogliere informazioni sulle modalità d’uso del prodotto e di permettere al paziente di comunicare con il personale medico, valutandone le performance».

«Intendiamo utilizzare solo carta di canapa e consumare meno risorse idriche possibile», spiega Alessandro Cavalieri. Ciò si riflette anche nella promozione di un ambiente di lavoro migliore, privo di fumo, attraverso l’adozione di una ‘no smoking policy’. «Desideriamo anche sensibilizzare il personale sui rischi legati all’assunzione di alcol e sulla guida sicura, promuovendo uno stile di vita sano, anche attraverso l’installazione di postazioni di lavoro ergonomiche e la pubblicizzazione di un’alimentazione sana. Puntiamo a espanderci all’estero, in Europa e in Asia», chiosa Cavalieri. Sul piano internazionale, nel 2019 è entrato in società il fondo canadese LGC Capital, che detiene il trentacinque percento del capitale. «Occorre esortare gli agricoltori a coltivare questa pianta, illustrandone tutte le proprietà».

Good Laboratories Practices

Freia Farmaceutici adotta standard internazionali di riferimento, tra cui Good Laboratories Practices, per le attività di ricerca preclinica e di laboratorio, Good Clinical Practices, per gli studi clinici, Good Manufacturing Practices, per i processi produttivi e Good Distribution Practices, per la distribuzione e commercializzazione dei prodotti. Tra le certificazioni ottenute, erogate dall’ente ICIM, ci sono la ISO 9001, la ISO 13485 e la ISO 14001. «Stiamo lavorando per ottenere le certificazioni SA 8000, relativa al comportamento etico aziendale, ISO 22005, che riguarda i sistemi di rintracciabilità agroalimentari e ‘ISO 45001’», precisa Cavalieri.

Anna Quirino

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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