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Industria cartaria italiana: più artigianalità che cellulosa

Le cartiere italiane producono circa 9 milioni di tonnellate di carta all’anno, a partire da un materiale rinnovabile e utilizzando 5 milioni di tonnellate di carta riciclata. Un viaggio tra le cartiere, da Fabriano ad Amalfi

Fabriano: breve storia della produzione di carte

La vicinanza alla città portuale di Ancona fu il motivo per cui Fabriano divenne uno dei primi posti in Europa a produrre carta su larga scala, a partire dal Tredicesimo secolo: mentre la produzione di carta di Amalfi è quasi scomparsa, Fabriano continua a produrre sia carta industriale che carta filigranata di qualità quasi 800 anni dopo. Nel 2013 ha raggiunto Bologna e Torino come terza città italiana a essere nominata Città Creativa dall’Unesco per l’artigianato, le arti e le tradizioni popolari.

Sebbene il Rinascimento abbia segnato l’apice della produzione della carta a Fabriano, la città è stata in grado di superare il declino durante il 1700 introducendo una produzione su scala industriale che è rimasta competitiva a livello internazionale – fu il primo centro manifatturiero a sfruttare la forza dell’acqua per azionare il processo di fibrillazione. Il primo documento ufficiale che registra la presenza della fabbricazione della carta a Fabriano risale al 1283, ed è l’atto di un notaio pubblico che registra l’acquisto di una casa da parte di un carthaio, con altri sei cartai chiamati come testimoni. Questo documento indicava l’esistenza di un certo numero di fabbriche di carta e implica un’attività commerciale ben assestata.

Cartiere storiche italiane

Cartiere che hanno fatto la storia italiana nel settore sono Cartiera Magnani e le Cartiere Miliani Fabriano: già nel Settecento, la carta Magnani si trovava nei principali mercati internazionali. Oggi le lettere dei fratelli Shelley conservate nella Biblioteca Bodleiana di Oxford e la raccolta di stampe iraniane dei tempi della Dinastia Qajar all’Harward Art Museum di Cambridge (insieme a diverse opere che si trovano al Castello Sforzesco di Milano) portano il nome Magnani. Le Cartiere Miliani Fabriano invece nascono nel 1782, conquistando in breve tempo un grado di efficienza degli impianti e di sviluppo commerciale capaci di affermarsi sulla concorrenza: nel 1796 la carta di Francia–chiamata ‘velina’ per la sua trasparenza, particolarmente pregiata per la stampa e l’ incisione–raggiunse la fama mondiale.

Produzione di carta: le materie prime

Oggi la carta è un prodotto industriale ottenuto con macchinari avanzati che permettono di ricavare fogli sottili e flessibili grazie alla deposizione di sostanze ricche di fibra vegetale. Le materie prime che si impiegano nella fabbricazione della carta possono essere suddivise in quattro gruppi: materie prime fibrose, collanti, materiali di carica come talco e gesso e materiali coloranti. La maggior parte della carta è prodotta partendo dalla pasta di legno ricca di cellulosa: meno del 40% della fibra impiegata in Italia però è costituita da cellulosa vergine (il 60% è costituito da carta da riciclare) e di questa meno del 10% è prodotta nel nostro paese.

Mercato globale della cellulosa

Nel 2018 la dimensione del mercato globale della cellulosa era di 219,53 miliardi di dollari, e potrebbe raggiungere 305,08 miliardi di dollari entro il 2026: per ora i maggiori produttori di cellulosa e derivati si trovano nel mercato Asia-Pacifico (Diacel Corporation, DuPont, Akzo, Ashland, Celanese Corporation), e a causa della quantità limitata di cellulosa prodotta a livello nazionale, non ci sono cartiere che fanno uso esclusivo di cellulosa italiana.

Sicem Saga

Tra i produttori di cellulosa italiana – l’unico caso frutto della ricerca – c’è Sicem Saga: nel 2005 l’azienda ha iniziato un piano quinquennale di investimenti focalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale e ad uno sviluppo sostenibile, che prevedono una produzione integrata dell’energia con impianto di cogenerazione ad alta efficienza e sfruttamento del calore generato dai motori per essiccare la pasta prodotta, modifiche e miglioramento dell’efficienza dell’impianto di depurazione biologico e opere di mitigazione ambientale, insieme alla focalizzazione sulle materie prime e riutilizzo degli scarti di produzione.

Si impiega legno di pioppo di scarto, già scortecciato, proveniente dalle numerose segherie e fabbriche di compensato presenti nel Nord Italia, oltre a tronchi con corteccia: tutti i fornitori di legno vergine si impegnano a comunicare la provenienza del legno e garantiscono il rispetto delle procedure di sostenibilità delle tecniche forestali. La società ha attuato un controllo finalizzato ad escludere l’utilizzo di legno proveniente da taglio illegale o da aree protette. L’organizzazione di approvvigionamento provvede anche all’acquisto diretto di pioppeti in piedi curando le successive operazioni di abbattimento ed eventuale commercializzazione. Da alcuni anni hanno inoltre sviluppato una logistica dedicata, con 200 cassoni scarrabili che permettono di ritirare direttamente pallets e cassette per imballaggio presso aziende selezionate.

Cartiere Carrara e Fondazione Symbola

Tra le cartiere che presentano un piano d’azione sul tema dell’ambiente e del riciclo c’è Cartiere Carrara, cartiera a cui Fondazione Symbola ha lavorato per un racconto sulla sostenibilità. La Fondazione ha partecipato a un workshop lanciato nel 2017 del progetto sostenuto dal programma Life dell’Unione Europea con il presidente del Forum delle aziende associate Franco Pasquali per invitare a una riflessione approfondita sull’economia circolare: i protagonisti del settore del riciclo, le aziende impegnate in progetti di ricerca e sostenibilità ambientale, gli stakeholder del progetto ed esponenti delle istituzioni locali e nazionali, hanno dato un contributo nel discutere dei vantaggi che un’economia circolare del riciclo di pulper può portare alle cartiere e alle industrie del distretto di Lucca.

L’impianto prototipo realizzato per la cartiera consente di riutilizzare gli scarti di pulper nella produzione di pallet eco-sostenibili, riducendo così l’impatto ambientale e creando un’economia circolare del riuso a beneficio di tutti gli attori della filiera. Con 7 siti produttivi in Italia, produce 300 mila tonnellate di carta tissue in pura cellulosa e in carta riciclata servendo clienti in 47 paesi europei ed extra-europei. Cartiere Carrara ha deciso di contribuire in modo concreto alla tutela dell’ambiente e alla transizione verso un’economia circolare, a una crescita economica sostenibile e al benessere sociale; nel farlo hanno preso come obiettivi quelli dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile e del Green Deal.

Burgo Group, Altavilla Vicentina

Da Altavilla Vicentina arriva invece Burgo Group, che sostanziato da policy e sistemi di gestione e certificazioni, si professa a sua volta coerente con quelli che sono i piani strategici e gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ma per cui permane il problema di come rendere sostenibile nel tempo un modello produttivo lineare basato sul principio capitalistico, che prevede lo sfruttamento di risorse vergini e l’inevitabile produzione di scarti e rifiuti non utilizzabili. Il concetto di economia circolare in questo caso vuole essere una risposta a tale problema attraverso nuovi sistemi di produzione, dove la vita utile di beni, materiali e risorse si estende oltre l’utilizzo da parte del consumatore e la conseguente fase di smaltimento. Insiste sulla necessità che tutto ciò che ancora possieda una residua utilità non sia smaltito in discarica ma sia invece recuperato e reintrodotto nel sistema economico.

L’industria cartaria italiana

Ad oggi l’industria cartaria italiana pubblica da 21 anni un Rapporto Ambientale in cui vengono presentati i principali indicatori ambientali del settore: dai dati risulta chiaro che il settore cartario italiano possa vantare di una leadership in materia di economia circolare. Se il 58,6% delle fibre utilizzate sono riciclate, l’85% delle fibre vergini acquistate ha la certificazione forestale FSC o PEFC, il 79,6% della carta prodotta proviene da siti certificati ISO 14001 o EMAS. In 25 anni è stato ridotto il consumo specifico di energia del 25% e le emissioni di acqua (COD) del 50%.

Le cartiere italiane producono quindi circa 9 milioni di tonnellate di carta annue a partire da un materiale rinnovabile e utilizzando circa 5 milioni di tonnellate di carta riciclata, con un tasso medio di circolarità del 57%, che raggiunge l’81,1% nell’imballaggio, uno dei più alti d’Europa: il settore cartario, al cui interno la filiera della produzione di carta tissue ha peculiarità specifiche, vanta punti di forza che gli consentono di raggiungere elevati livelli di sostenibilità, come ad esempio un efficace sistema di certificazione per garantire l’utilizzo di materie prime provenienti da foreste gestite nel rispetto del loro ciclo di vita, contribuendo così alla gestione sostenibile del capitale naturale.

il settore cartario italiano: sostenibilità

A differenza di altri Paesi, il settore cartario italiano utilizza da più di vent’anni solo il gas naturale con minori emissioni di CO2, valorizzando al massimo il contenuto energetico di tale combustibile tramite la cogenerazione e la trigenerazione ad alto rendimento. L’indice di efficienza energetica del settore è migliorato circa del 30% negli ultimi 20 anni; rientra nel sistema di Emission Trading (ETS) ed è vincolato al contenimento delle emissioni di CO2.

Francesca Fontanesi

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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